Stamani S.A.S. il Principe Marcello I ha diffuso la seguente nota ufficiale:


Stemma del Principato di Seborga 1

S.A.S. Marcello I
Principe di Seborga per grazia di Dio e volontà del Popolo Sovrano

Ginevra, 10 Giugno 2012

Mi riferisco agli articoli pubblicati su Ligurianotizie.it, sulla Gazzetta dei Cavalieri Bianchi e su Puntoventimiglia.it, in merito alla vicenda di alcune presunte firme false a Seborga. Questa presunta falsità si concretizzerebbe nell’avere l’Avv. Alberto Romano autenticato le firme di tre persone che le stesse apposero in calce a due ricorsi presentati rispettivamente presso la Corte di Giustizia di Lussemburgo e presso la Corte dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo. Tali articoli partono dal presupposto che queste suddette tre firme sarebbero apocrife.

Ma veniamo alla verità dei fatti. Negli anni 2007 e 2008 l’Avv. Romano, letti i testi ed i documenti, suggerì al Principe Giorgio I di redigere un ricorso da presentare alla Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasbrurgo. In questa fase preparatoria, Giorgio I insistette, contro il parere del professionista, nel voler inviare il ricorso anche alla Corte di Giustizia di Lussemburgo. Ultimati i due ricorsi, vennero raccolte le firme dei cittadini che sottoscrissero i documenti, i quali furono poi inviati a Lussemburgo e a Strasburgo.
Così come previsto dall’Avv. Romano, la Corte di Lussemburgo, dopo un esame preliminare, restituì il ricorso, dichiarando di non poterlo prendere in esame in quanto il Principato di Seborga non era uno Stato riconosciuto dall’Unione Europea, mentre la Corte di Strasburgo a tutt’oggi lo sta ancora esaminando.

Come era costume del compianto Principe Giorgio I, del ricorso in questione tenne informati tutti i cittadini del Principato, specialmente coloro che apposero le loro firme in calce e che contestualmente vennero autenticate dall’Avv. Romano. Quindi, a mio parere, hanno mentito e mentono le tre persone che hanno sporto la querela contro quest’ultimo.

Inoltre desidero precisare che l’Avv. Romano non riveste attualmente la carica di Segretario di Stato di questo Governo; lo è stato in passato, ai tempi d Giorgio I, e solo per un refuso di stampa la rivista »Inside Seborga » lo ha erroneamente qualificato come tale ancora oggi.

A questo punto ritengo opportuno precisare che l’operato del professionista Romano, né ai tempi del mio predecessore né a tutt’oggi, ha mai richiesto o ottenuto compenso professionale alcuno, dedicandosi all’aspirazione di indipendenza del Principato a titolo assolutamente gratuito. C’è quindi da chiedersi cosa mai lo avrebbe spinto ad autenticare firme false su un atto che allo stesso nulla avrebbe portato di vantaggioso. Ed ancora va sottolineato che l’Avv. Romano ha svolto e sta continuando a svolgere la propria professione di Avvocato del Principato ad esclusivo vantaggio della popolazione stessa e va aggiunto che, al decesso del mio Predecessore, gli odierni querelanti hanno appoggiato e sostenuto l’operato dello stesso. Coloro che oggi hanno esposto querela, avevano avuto modo, quand’era in vita Giorgio I, di visionare i ricorsi in questione, completi di firme. C’è da chiedersi come mai non sollevarono a quei tempi l’obiezione che le loro firme erano false!

Un’ultima precisazione: l’attuale Governo ha emesso un provvedimento con il quale ha revocato, già da tempo, la cittadinanza del Principato a questi e ad altri individui, proprio a causa dei loro ripetuti e costanti atteggiamenti defatigatori, tali da giustificare questa mia decisione. Ancora una volta il comportamento di questi signori va letto come un’offesa alla memoria del nostro compianto Principe Giorgio e come un ulteriore atto ostativo a danno della popolazione tutta del Principato.

Circa poi le notizie sulle mie presunte speculazioni finanziarie, ho dato incarico di predisporre una querela per diffamazione e falso.

All’Avv. Romano, il Governo ed io esprimiamo la nostra totale solidarietà, certi della infondatezza dei fatti addebitatigli, ricordando a tutti che un rinvio a giudizio non equivale ad un accertamento di responsabilità e ad una sentenza di condanna.

S.A.S Marcello I, Principe di Seborga