Perché siamo indipendenti

… perché non abbiamo mai cessato di esserlo!

Infatti:

Seborga divenne uno Stato indipendente già nel 954, con la donazione del Conte Guidone di Ventimiglia ai monaci benedettini dell’Abbazia di Lerino, e nel 1079 divenne Principato.
Nel 1729 fu venduta dai monaci a Vittorio Amedeo II di Savoia, ma:

  • l’atto di vendita non venne legalmente ed ufficialmente mai registrato;
  • l’importo concordato per la vendita era di 147.000 lire sabaude, che la famiglia Savoia avrebbe dovuto versare all’Abbazia di Montmajour e alla Repubblica di Genova per debiti precedentemente contratti dai monaci di Lerino. Questa somma non fu mai pagata da Casa Savoia: la Repubblica di Genova, infatti, continuò a considerare illegittima l’occupazione di Seborga da parte dei Savoia, e fece pressioni sulla Santa Sede perché fossero cacciati da Seborga. Alla fine, Papa Benedetto XIV fu costretto nel 1748 a regolarizzare l’occupazione sabauda emettendo una bolla pontificia che riconosceva il protettorato sabaudo su Seborga;
  • l’atto di vendita prevedeva che Seborga sarebbe diventata patrimonio personale del re senza essere annessa al Regno di Sardegna (tant’è che il pagamento sarebbe dovuto essere effettuato con le finanze personali del re e non con quelle del regno sabaudo);
  • l’atto di vendita riguardava il semplice possesso dei territori di Seborga e non la sovranità su di essa, alla quale il Re di Sardegna ha sempre rinunciato (tant’è che la dicitura “Principe di Seborga” non compare mai tra i suoi titoli ufficiali), limitandosi ad esercitare sul Principato di Seborga lo ius patronatus (il re era cioè semplice Protettore del Principato e non Principe), peraltro cessato nel 1946 con l’esilio dei Savoia dall’Italia.

Conseguentemente:

  • nel 1815 nessun documento del Congresso di Vienna riporta – ovviamente – Seborga come facente parte del Regno di Sardegna;
  • l’annessione, nel 1861, al Regno d’Italia e, nel 1946, alla Repubblica Italiana è pertanto da considerarsi unilaterale ed illegittima.