Stamattina La Repubblica di Genova riporta un incredibile articolo nel quale si asserisce che il Principato di Seborga si sarebbe costituito in un nuovo ordinamento pseudo-religioso per iniziativa di un gruppo di cittadini legati alla sezione monegasca della Chiesa Cattolica Nazionale Polacca, una chiesa vetero-cattolica scismatica. Tale gruppo avrebbe eletto alla propria testa un nuovo “principe-abate” nella persona del sig. Gianluca De Lucia, in realtà agente immobiliare nel Principato di Monaco, e avrebbe inoltre scritto una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana per chiedere il riconoscimento di Seborga quale stato monastico autonomo.

È evidente che il “vero” Principato di Seborga, cioè quello legittimato dai cittadini che non a caso costituiscono il Popolo Sovrano, non ha nulla a che vedere con simili iniziative promosse dal sig. De Lucia, delle quali peraltro siamo al corrente da tempo e dalle quali abbiamo già preso le distanze, come riportato nella pagina sempre aggiornata “Attività non riconosciute dal Principato” pubblicata sul nostro sito Internet ufficiale www.principatodiseborga.com (che invitiamo tutti a consultare). La sempre più intensa visibilità del Principato di Seborga ha sempre attratto, e purtroppo continuerà ad attrarre, le attenzioni di persone che nulla hanno a che fare con Seborga e che sono invece semplicemente in cerca di visibilità personale. L’unico modo per disincentivare questo trend è sapere come stanno le cose realmente e non dare alcun credito a queste persone, e in questo senso desideriamo ringraziare tutti coloro che quotidianamente ci sostengono quale unico Principato legittimo.

A latere di questa vicenda, va rimarcato che qualunque giornalista serio e professionale avrebbe fatto delle verifiche su Internet prima di pubblicare un articolo del genere. Evidentemente qui non è stato fatto, e l’“informazione” è diventata “disinformazione”. Nell’epoca delle fake news, il Principato di Seborga rimarca ancora una volta che i giornalisti dovrebbero essere i primi a verificare l’attendibilità delle fonti e delle notizie, senza fornire assist – in buona o ancor peggio in malafede – a coloro che non godono di alcun riconoscimento e che non aspettano altro di poter portare un articolo di stampa come prova della propria presunta legittimazione. Come diceva una recente campagna pubblicitaria di Mediaset volta a favorire un’informazione corretta, “Fidati dei professionisti dell’informazione”


File allegati:
– Comunicazione del Palazzo del Governo: Comunicato stampa